VISTA DALLA CURVA: il minuto di casino

Finisce 3-0 per il Napoli, un risultato giusto, giustissimo, sacrosanto.
Ma non tutte le sconfitte sono uguali: dopo la debacle di Roma, il Bologna doveva dare un segnale di vita, battere un colpo. E questo non per la salvezza ( arrivata ieri matematicamente e praticamente mai messa in discussione), ma per i tifosi: per onorare la maglia ed il campionato, per dimostrare di sudarsi l'agognato stipendio. Questione di rispetto.
E ieri, nonostante il 3-0 finale, un messaggio è arrivato: il Bologna c'è, ha tenuto testa per un tempo e passa alla seconda in classifica, andando anche più volte vicino al goal. Certo, direte, ci si accontenta di poco: 2 partite condite da 9 goal subiti e 0 fatti sono tutt'altro che entusiasmanti. Ma a questo punto della stagione, dove le partite per le squadre senza più obiettivi hanno ritmi più blandi delle amichevoli estive,  un cenno seppur piccolo di risveglio, non è da buttare. Che altro aggiungere?
Di sicuro che Stoianovic, dopo un impatto così traumatico con la massima serie ( 9 reti in 180 minuti), avrà bisogno di un bravo psicologo per superare tale shock: non saranno comunque di certo due partite ad etichettarlo come " bidone".
Parlando invece dell'abituale partita nella partita, ovvero quella svoltasi sopra gli spalti, si è assistito alla solita invasione napoletana ( e si giocava di mercoledì sera....), contrastata o quantomeno neutralizzata da una curva Bulgarelli in gran forma, autrice di un'eccellente coreografia iniziale ( preparata e realizzata dalla Beata Gioventù), accompagnata dal dissenso, così come avvenuto in quasi tutti gli stadi italiani, di quello che doveva essere il minuto di silenzio per ricordare Giulio Andreotti e che si è trasformato in sessanta secondi di vero e proprio casino, riempito da cori e grida inneggianti al Bfc.
Premesso che trovo inopportuno sbeffeggiare la morte di una persona, qualunque essa sia ( non abbassiamoci al livello degli americani festeggianti per le strade la morte di Bin Laden), vedo allo stesso tempo la scelta di ricordare il suddetto negli stadi, una decisione ancor più ridicola. O quantomento imbarazzante

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