Il futuro è un rebus

Qui si rischia grosso.
Si rischia di smantellare definitivamente una dei più bei Bologna dell'ultimo decennio, opera già iniziata lo scorso anno e che avrà la sua naturale conclusione ( a meno di colpi di scena quale l'arrivo di un nuovo padrone, ma è pressochè fantascienza) nella prossima estate.
Il primo pezzo grosso in partenza è Perez: troppi tentennamenti e rinvii sul rinnovo, alla fine se ne andrà.
Chiariamo, la perdita dell'uruguaiano non sarà un dramma ( discontinuità fisica e squalifica facile i suoi punti deboli) tecnicamente parlando. Ed anche economicamente sarà un contratto pesante in meno. Il problema non sta nei motivi tecnici-economici.
 Il vero timore è che l'addio del vice-capitano inneschi un pericoloso effetto domino che smuova le pedine apparentemente ferme di altri pezzi da novanta, quali Diamanti e ( udite udite) Stefano Pioli.
Già, perchè constatando in modo tangibile la completa mancanza di ambizioni di Guaraldi e soci e soprattutto considerando le allettanti offerte pervenute, i due presunti punti fermi del Bologna che verrà, potrebbero lasciare questa barca a serio rischio di naufragio.
La Juve per il primo, il Napoli per il secondo: due offerte che non potrebbero rifiutare.
E gli altri? Tutti, tanto per cambiare, in bilico: come Konè, a metà col Brescia, per il quale si andrà sicuramente alle buste. O Gilardino, per cui tra poco è previsto un incontro col Genoa.
Senza contare anche i vari Sorensen, Gabbiadini, Khrin e Taider.
Il futuro è un rebus in casa Bologna. Un rebus difficile da capire, ma che non promette nulla di buono.


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