Di Vaio"Bologna non ti lascio"



Lui era a casa tranquillo, a Roma, a godersi con moglie e figlie le feste natalizie. Poi è arrivata, inattesa, la notizia dell’interesse dell’Inter per Marco Di Vaio. Ci avevano già provato con Milito ed era andata male, quindi niente di più normale che bussare alla porta di un altro numero uno. Tra l’altro il Bologna è la squadra che prima delle altre aveva immaginato la pesca nella vasca nerazzurra e si sa che se vuoi avere, prima devi dare. I rossoblù non hanno invece alcuna intenzione di togliersi il loro fiore per metterlo all’occhiello di Mourinho e lo stesso dg Ricci ha ribadito che “non se ne parla neanche”. L’Inter ci rimarrà male e potrebbe negare il prestito di Rivas? “Ce ne faremo una ragione”, ha concluso Ricci. Le stesse parole che Di Vaio sperava di leggere e che ha letto. Certo si parla di un uomo abbastanza esperto per non andare in fibrillazione davanti alla strizzatina d’occhi della bellona di turno e che appena pochi giorni fa aveva detto che “non inseguo più le chimere”. Ma se avesse visto il Bologna cadere in tentazione, forse avrebbe pensato di aver riposto troppe aspettative. E Di Vaio rilancia la sua dichiarazione d’amore per i rossoblù: “io quella proposta non l’ho neppure presa in considerazione. Sono felice che il Bologna creda in me e sono contento delle parole che il dg Ricci ha usato per spegnere la trattativa sul nascere. Sentire la fiducia del club e delle persone che ti stanno attorno è fondamentale. Dissi tempo fa che mi piacerebbe mettere radici a Bologna e non ho cambiato idea”. A Di Vaio è piaciuto il Bologna ed è piaciuta Bologna. Come a Beppe Signori. Una città nuova devi aiutarti a fartela piacere: se fai come Signori e la vivi da dentro, la scintilla può scattare, se fai come Roberto Baggio e ti metti ai margini, diventa difficile. Di Vaio vive in centro, si carica le figlie sulla bicicletta e va per corsie preferenziali a scoprire la città. Ma in spalla si carica anche il peso della responsabilità, con il Bologna che senza i suoi dodici gol chissà dove sarebbe. “La responsabilità c’è, ma non pesa. Gli attaccanti vogliono sempre fare gol. Sarei contento, però, se arrivassero spesso anche quelli dei miei compagni. Io e loro, come è successo con il Toro, quello sì è l’ideale”. “Con Mihajlovic – prosegue Di Vaio – ‘non mollare mai’ è diventato un concetto fondamentale Ma il lavoro psicologico è la base per crescere tecnicamente. Il Bologna sta giocando anche benino e crescerà ancora”. Ora lui guida la classifica dei cannonieri in coabitazione. “Siamo in tre molto differenti tra loro. Io, forse perché quest’anno gioco spesso come unica punta, ho dalla mia il tempismo. Milito è tecnica pura, salta l’uomo e tira da qualunque posizione. Gilardino ha un’impressionante forza fisica. Lui è una primissima punta”. E in tema di attaccanti, c’è il presente che si chiama Bernacci e il futuro che potrebbe chiamarsi Corradi: “Bernacci sta crescendo, i suoi miglioramenti si vedono. La serie A non è facile da mantenere e un sistema per riuscirci è crescere attraverso le difficoltà e gli errori. Corradi arriva? Che devo dire, fa salire la squadra, è forte fisicamente, ha segnato pure sette gol. Si presenta da solo”. E il 2009 per il Bologna potrebbe essere roseo: “siamo cresciuti e adesso batterci è dura. Come minimo siamo arrivati allo stesso livello delle altre in lotta per non retrocedere, se non un pelo di più. La partita con il Chievo, in questo senso, sarà decisiva”(fotne"Resto del Carlino")

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